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mercoledì 31 agosto 2011

Il pesce puzza perchè non si lava



Un tempo, in Italia, ci si batteva per il diritto allo studio, il libero accesso alle Università e si capiva che solo attraverso l'istruzione resa popolare, questo paese poteva crescere al pari, e in alcuni ambiti meglio, degli altri stati cosidetti industrializzati. Ci si preoccupava, discutendone anche animatamente, della validità dei programmi ministeriali per le scuole primarie e secondarie, e della qualità di docenti e strutture delle Scuole ed Università sparse in tutta la penisola. C'erano anche i centri regionali e provinciali di formazione professionale dai quali si usciva con Qualifiche. L'apprendistato era veramente un percorso al termine del quale, chi non riusciva nello studio, aveva almeno imparato a svolgere un mestiere. Certo, non era tutto 'rose e fiori', ma almeno ci si preoccupava dell'argomento dal punto di vista 'qualitativo' e 'culturale'. I diplomi erano 'Diplomi' e le lauree 'Lauree'. Il mercato del lavoro, i concorsi pubblici (quelli seri se ci sono mai stati), le aziende in generale richiedevano i 'titoli' per avviarti a svolgere una mansione di concetto, una Qualifica Professionale per svolgere un lavoro manuale o in alternativa facevano ricorso all'Apprendistato per 'crescere' i propri operai. C'era una certa differenza anche retributiva tra lavoro manuale e di concetto, proprio perchè veniva riconosciuto l'impegno, lo sforzo nell'investire svariati anni della propria vita, e svariati milioni di lire, nello studio. I manager, i presidenti, i componenti dei CDA, erano tali, nella maggior parte dei casi, in base alle effettive capacità. Giusta o sbagliata che fosse, questa logica ha prodotto, per decenni, risultati sorprendenti. Cosa rimane oggi di tutto ciò? Oggi che non ci si preoccupa più della qualità dell'istruzione, ma del suo 'costo', che non ci si preoccupa più della didattica tout court, ma della parte amministrativa della scuola e dove operare 'tagli'. I centri di Formazione Pubblici non esistono più ma sono rimpiazzati da Agenzie Formative che nella maggior parte dei casi non possono sopravvivere senza un adeguato budget di finanziamento, il tutto a scapito della qualità, ovviamente. Non c'è bisogno che elenchiamo gli stravolgimenti effettuati negli ultimi 15 anni ai danni di scuola, università e formazione professionale finanziata: diplomi con nomi lunghi ed altisonanti ma che in concreto non servono a niente e a nessuno, tantomeno al mercato del lavoro perchè non si è mai lavorato sull'asse istruzione/formazione/lavoro se non sulla carta; lauree brevi, laurine e laureette, scuole di specializzazione, Master, Work experience, Stage, tutti stratagemmi per spillare soldi o sfruttare il lavoro intelletuale e creativo, invece che segnare un punto di partenza per le carriere lavorative delle persone. Così ci ritroviamo con una classe dirigente profondamente ignorante, imprenditori (mi astengo dal parlare dei 'politici' specificatamente anche se sono inclusi) che, nella stragrande maggioranza, si sono arricchiti con le uniche abilità che hanno acquisito: l'evasione fiscale, la corruzione ed il cinismo nei confronti dell'ambiente, della sicurezza, delle regolarità contrattuali, il cui unico interesse è il conto in banca (meglio se all'estero, in qualche paradiso fiscale) e l'umiliazione continua e costante dei collaboratori validi, istruiti, tenuti alla fame del precariato o, se più fortunati, allo stipendio più basso possibile. Voglio ricordare che pure con una laurea, in Italia, se hai meno di 32 anni, puoi ambire al massimo ad un contratto di apprendistato! Del resto è logico: "il dipendente istruito essendo dipendente, non deve dimostrare di essere culturalmente superiore al superiore", non è un gioco di parole è, purtroppo, la realtà dei fatti. E' così nel privato ed è così nel pubblico dove, peggio ancora, i dirigenti sono messi lì 'politicamente', ovvero: non sei stato eletto alle elezioni? Bene, non c'è problema, ti faremo fare il presidente, il dirigente, l'amministratore di un ente pubblico ... così le cose funzioneranno meglio. I laureati? Beh, a che servono? Vogliono pure riscattare gli anni di laurea all'INPS per andare in pensione prima? La Cultura a che serve? Il Teatro? C'è il Bagaglino! Cinema? Ci sono i film americani che non ci costano nulla per produrli, ma rendono ... e come rendono! Libri? Quelli natalizi di Emilo Fede e Bruno Vespa sono sufficienti a dare una sana cultura. Rispetto per l'ambiente? Ma quale ambiente, non rompete i maroni!. Mi fermo quì.
Poi le cose vanno male, di chi è la colpa? O meglio chi deve pagare? Un detto popolare sosteneva che "il pesce puzza prima dalla testa", oggi purtroppo non è più così, parrebbe che il pesce puzza perchè non si lava, o meglio, perchè nessun laureato, nessun collaboratore, nessun dipendente, l'ha lavato.

Mi viene in mente una storiella che ho sentito qualche tempo fa, il titolo è: Dirigente & Impiegato.
Un tipo sta guidando la macchina, quando a un certo punto capisce di essersi perso. Avvista un uomo che passa per la strada, accosta al marciapiede e gli grida:
"Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un amico di incontrarlo alle 2, sono in ritardo di mezz'ora e non so dove mi trovo..."
"Certo che posso aiutarla - risponde l'uomo - Lei si trova in un automobile, tra 40 e 42 gradi latitudine Nord e tra 58 e 60 gradi longitudine Ovest, sono le 14 e 23 minuti, oggi è venerdì e ci sono 21,5 gradi centigradi..."
"Lei è un impiegato?" - chiede quello dentro l'automobile -
"Certamente... come fa a saperlo?"
"Perché tutto ciò che mi ha detto è tecnicamente corretto, ma praticamente inutile. Infatti non so che fare con l'informazione che mi ha dato e mi ritrovo ancora qui perso per strada!"
"Lei allora deve essere un dirigente, vero?" - risponde l'impiegato -
"Infatti, lo sono... ma da cosa lo ha capito?"
"Abbastanza facile: lei non sa né dove si trova, né come ci è arrivato, né tanto meno dove andare, ha fatto una promessa che non sa assolutamente come mantenere ed ora spera che un altro le risolva il problema; di fatto, è esattamente nella merda in cui si trovava prima che ci incontrassimo... ma adesso, per qualche strano motivo... risulta che la colpa è mia........."

martedì 30 agosto 2011

18 Principi di vita.. Dalai Lama


 1)  Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi risultati comportano un grande rischio.
 2)  Quando perdi, non perdere la lezione.
 3)  Segui sempre le 3 “R”: Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.
 4)  Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.
 5)  Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.
 6)  Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.
 7)  Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo.
 8)  Trascorri un po’ di tempo da solo ogni giorno.
 9)  Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.
10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.
11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai da vecchio, potrai godertela una  seconda volta.
12) Un’atmosfera amorevole nella tua casa dev’essere il fondamento della tua vita.
13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.
14) Condividi la tua conoscenza. E’ un modo di raggiungere l’immortalità.
15) Sii gentile con la Terra.
16) Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.
17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più di quanto si abbia bisogno l’uno dell’altro.
18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.

                                                                                                                               Dalai Lama

lunedì 29 agosto 2011

Torre delle Stelle - Maracalagonis - Cagliari



Beh, che dire? Come primo post di questo neonato blog, un tramonto che mi è rimasto negli occhi dalle ultime vacanze. Sardegna Agosto 2011