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mercoledì 5 luglio 2017

UJ 17 a numero chiuso! A quando il coprifuoco?





Quando la cura può essere più dannosa del male!

Prendi una Circolare Ministeriale, metti un Prefetto che la interpreta ed un Questore che la applica ‘alla lettera’, aggiungi il silenzio delle Amministrazioni locali  e il gioco è fatto!

Saranno massimo 4.800 i ‘privilegiati’ che potranno assistere agli eventi musicali gratuiti in Piazza IV Novembre



 e 1.500 per quelli che si terranno ai Giardini Carducci.



Questi i numeri resi noti ieri, a 3 giorni dall'inizio della kermesse jazzistica perugina, la più importante d’Italia nel suo genere, con fama e risonanza internazionale, fiore all'occhiello di Perugia e della ‘peruginità’. Già, proprio ieri! Mentre il Parlamento su richiesta dei Parlamentari umbri, approvava un finanziamento stabile, annuale,  di 1.000.000 di euro a sostegno dell’organizzazione della manifestazione (oggi sarà approvato in Senato); una sorta di riconoscimento (direbbero alcuni) al buon operare costruito in oltre 40 anni di storia di UJ; una sorta di risarcimento (direbbero altri) per continuare la sperimentazione (non tanto dell’efficacia quanto delle reazioni del popolo) del ‘numero chiuso’ nelle manifestazioni che coinvolgono numerose persone. Persone che ‘si assembrano’ per condividere un interesse, una passione, un momento di cultura ma anche di spensieratezza, per alcuni avventori è addirittura ‘la vacanza’ utilizzando i giorni di ‘ferie’ maturati in un anno di lavoro; per le strutture ricettive ed i locali pubblici, i negozi, i trasporti e tutto l’indotto che una manifestazione così coinvolge a Perugia, ma perché non dire in tutta la regione, una sorta di ‘bonus’ annuale che risolleva i bilanci delle attività, quest’anno martoriati più che mai, complici anche gli eventi sismici della fine estate scorsa. Doveva essere un modo per esorcizzare i danni (non solo alle strutture) del terremoto e rilanciare l’appeal della nostra città e della nostra regione. Ma così non sarà! O almeno, lo sarà solo in parte.

SAFETY FIRST! La sicurezza innanzi tutto! Ci mancherebbe! Ma la prevenzione/cura più efficace può essere questa? Non lo credo! Non credo che  limitare gli accessi ad una Piazza determini un ‘rischio zero’. Per quanto ne sappia io, in mezzo ai 4.800 (o 1.500) potrebbero esserci ugualmente deficienti (come a Torino), attentatori, scippatori, spacciatori e quanto altro. Certo mettendoli tutti in fila per accedere al luogo dell’evento nei punti predisposti sarà più facile controllarli, ‘scannerizzarli’, perquisirli, … ma la certezza del non rischio non si avrà. Si potranno solo limitare eventuali danni o incidenti e neppure di questo sono certo, dal momento che, vista la conformazione urbanistica del nostro centro cittadino: le viuzze, le poche vie di accesso (che sono, inevitabilmente, anche vie di fuga), saranno ingorgate di gente che preme per entrare o aspetta che il ‘conta-persone’ segnali un posto libero, e si spera che mai e poi mai ci fosse la necessità di ‘sgomberare’ frettolosamente la 
piazza per un pericolo (o avvertito pericolo), situazione che non oso neppure immaginare quali e quanti danni possa arrecare alle persone stesse.

Stando così le cose (ma il mio è solo un punto di vista e neppure ‘autorevole’ o da ‘addetto ai lavori’), viene da pensare che le stesse misure debbano essere (o saranno) approntate anche per le manifestazioni di piazza, per i comizi, per le manifestazioni sportive (basti guardare uno stadio pieno e gli oggetti che sfuggono ai controlli, il numero di uscite di sicurezza, ed immaginare una situazione di panico), per i concerti rock (220.000 a Modena filtrati, controllati, 1.500 uomini delle forze dell’ordine impiegati e, nonostante ciò, dentro c’era di tutto), insomma per qualsiasi occasione che possa attrarre un numero di persone non quantificabile a priori.


Sembra di tornare indietro nel tempo, quando, in nome ‘dell’ordine pubblico’ si vietavano  “assembramenti, riunioni, manifestazioni di ogni tipo e non rispetto del coprifuoco”. Tanto vale per il futuro, per non correre rischi, istituire di nuovo anche il coprifuoco, così le nostre notti saranno più tranquille e nessuno si farà, o potrà fare, del male. 

La tecnica per imporre regole è sempre la stessa: trovare una scusa, un pretesto, un Cavallo di Troia che la gente possa trovare utile, e il gioco è fatto! Fine dei diritti e fine della libertà!”*.




Certo, una probabilità di rischio attentati ci può essere, una probabilità di procurato panico pure! Ma così come c’è una probabilità di cadere dalle scale, piuttosto che di essere coinvolti in un incidente stradale o di annegare al mare o in una piscina, ma non per questo limitiamo l’uso delle scale, il numero di auto che possono mettersi in marcia nello stesso momento, il numero di persone che possono entrare in acqua! No, mi correggo, per quest’ultima, proprio oggi in Parlamento si discute di limitare gli accessi alle spiagge pubbliche!

Saranno mica prove tecniche di regime? “…. la Costituzione vieta (a parole) l’apologia del fascismo, ma il problema è che la Costituzione non vieta leggi fasciste. La differenza non è neanche sottile e la connessione tra fascismo e le sue leggi dovrebbe essere talmente lineare che la sedicente democrazia non dovrebbe permettere né l’uno, né le altre. Invece ……..”*



*http://italianimbecilli.blogspot.com/2010/12/anche-bologna-divieto-di-assembramento.html

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